Vivido impeto, vacillo ai b.p.m
della musica irrequieta del respiro
tuo. Mi allontano, beccata sul legno,
privo della terminologia
resto nudo sul divano. E mentre penso,
presto, sarà diverso. Un solo, inquieto
attimo d’eterno che spoglierà l’inverno
e nel candore pallido d’un baluginio
faremo l’amore caldi, prima dell’addio.
Nel calore del talamo, tagliami
il cuore e in mano tienilo.
Se mai avrai sete, se mai alle sette
di sera non saprai che fare, chiamami.
Sarò pronto a non rispondere.
E dunque, tra la cenere e la polvere,
disperso, diverrò vagabondo senza Lilli,
alla fine, per quanto addobbati siamo,
per quanto la contaminazione trasformi
restiamo comunque i nostri primi ricordi.