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Libro degli ospiti

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6412 messaggi.
Ego pubblicato il 12 Luglio 2017 alle 11:41
Nulla...

Ecco, nulla.
Non c'è nulla.
Nulla mi appassiona,
Il mio fuoco
Si è spento,
Non penso
Arderà più.

Sprofondo
Malinconico
In questo
Grave
Abisso
Di noia.

Ma è colpa mia,
Ho sfruttato troppo
La felicità,
Illusoria,
Rendendo il resto
Un mero dovere.
Ho spremuto
Ogni goccia
Da questa bottiglia.

Sento solo il rimbombo
Di un rimorso.
Ho stressato troppo
Queste
Otto compagne;
Ora giacciono
L'una attaccata all'altra
Nei letti
Del ricovero.

Presto le andrò a trovare.
Finalmente ritorneranno
A Me,
Finalmente
Sarò
Felice.
Nina476 pubblicato il 11 Luglio 2017 alle 01:02
Sono ormai ore che ridiamo.

[Poker. Ti va?]

Ormai mi hai già scopato il cervello, tanto vale finire il lavoro.

[-Ci sto. Quanto scommettiamo?
- Tutto.]

Mi guardi come solo tu (e altri 7miliardi di persone) sai fare. La proposta di una pazzia. Accetto.

[Prima carta Donna. La seconda un Asso. Picche e Fiori. Tento la faccia da poker, se mi conoscessi meglio capiresti tutto.]

Il caldo è insopportabilmente umido, ma arriva subito un vento pronto a ribaltare la situazione. Proprio come te. Cazzo, avrei dovuto portare un maglioncino.

[Al flop: un cinque, una Donna, un otto. I miei occhi ti rifuggono. Resto bassa, e check.]

Ci spogliamo, è la prima volta che ti vedo nudo, e non è per averti. Sorrido, perché tutte le birre che abbiamo condiviso si riflettono su quella panzella bianca che ti ritrovi, gonfia.

[Check anche per te. Al turn, un inutile quattro. Potresti avere come minimo quattro quinti di scala, non posso lasciarti fare il tuo gioco, ma non voglio farti vedere quanto non sappia bluffare. Un altro check.]

Un tuffo incerto, l'acqua è con sorpresa calda: una nuotata e una battuta. Altre battute, nessuna nuotata. Ho fumato troppo per il vino e il nervoso, non ce la faccio. Con la delicatezza di un ippopotamo mi aggrappo ad un pedalò e chi si muove più. Tra una risata e l'altra, ti avvicini sempre di più, ci siamo.

[Check anche per te. È l'ultima carta, ed è un dieci, per un attimo ho tremato. Sei mio. Vado in all in, non posso perdere. Dai, vieni a vedere, sei fottutamente mio. Accetta la sfida e fammi vedere che sai fare.]

La luna è la donna di questa sera, bellissima, pallidissima, come la tua pancia, ma senza birra. Ti avvicini, sempre di più, vuoi baciarmi più di quanto voglia vincere, ma non riusciamo a guardarci negli occhi. Ti voglio, che aspetti? Ora, ora, ORA. Poi mi guardi, faccia a faccia, davanti al pedalò consumato chissà da quanti culi e con il fondo macchiato di alghe, che romantico. È fatta.

[Ma tu foldi.]

Buonanotte un cazzo.
Basil pubblicato il 9 Luglio 2017 alle 18:16
Ricordo ancora quel caldo pomeriggio invernale,
Io lì, su quella panchina, a Padova,
sognavo Venezia. Sembrò che, quel giorno, urlando silenziosamente chiedesse:
"Cosa sta facendo?" ed io reso impotente dalla bellezza di quella maestosa basilica rossa e bianca, sognavo un nostro incontro.
Quante volte ancora ritornerò solo per sognare Venezia, che sottovoce in un orecchio mi racconta la sua storia ai limiti della realtà?
Oggi, come allora,
Sognando Venice.
nikel pubblicato il 9 Luglio 2017 alle 14:49
tutte le mattine è una nuova alba
tutte le mattine l'aurora non ha ritorno
il serpente mi attende,nella terra dei demoni
della tentazione mi sussurra la canzone
non resistero mai,quanta forza,quanta amorevole perdizione
l'oblio è il cuore della mia creazione
tutte le mattine per te un eterno inizio
straniera nelle nostre terre
vai distrutta,non disperare,piangi,che lo sai fare
in eterna inquietudine
il dolore è la tua creazione
per il nostro godere,per il nostro subire
inginocchiata davanti all'altare
continua a sussurrare
le preghiere della passione
a cui Dio non da attenzione
continua a resistere,abbiamo bisogno di sognare
di essere puri come te
abbiamo bisogno di angeli per il Caino non perdonare
Joy pubblicato il 9 Luglio 2017 alle 13:33
Parole non dette,
Pensieri non scritti,
Sussurri dipinti.
Ed io qui,
Arrancando per un po' d'aria
Trovo conforto
Nelle urla
Che mi lacerano il cuore.
Fabiano pubblicato il 8 Luglio 2017 alle 11:35
In questa babele, non ti riconosco più,
ci son troppe lingue, non trovi anche tu?
Dal geroglifico all'esperanto,
sto perennemente accanto
a te, che in realtà è l'altro
che ride di me in un baratro.
Come farò a trovarti?
Conviene gettarti
gettarmi una luce con delle arti
affinché io possa ritrovarti.
Carla pubblicato il 8 Luglio 2017 alle 09:48
Vita oltre la vita/ pace al di là del muro / questo é ció che spero.
Che non sia effimera parvenza o ombra vuota / ma luce e pace in un tripudio di luce.
Nun pubblicato il 7 Luglio 2017 alle 22:01
Io
qui
conto gli anni che vanno
e intanto, però,
non m'accorgo del danno

Ché domani è già ieri
e tu
come prima
sei parte dei miei pensieri

E io
come sempre
Affanno.
Marina pubblicato il 7 Luglio 2017 alle 15:40
Ferritina al minimo
Sonnolenza e pigrizia al massimo
Anemia
Tachicardia
Affanno
Concentrazione dove sei?
In un mare di sangue.
Venic pubblicato il 7 Luglio 2017 alle 13:08
E quindi devi preparare gli ultimi esami?
Il caldo si è messo in pausa e tu sei convito che puoi imitarlo?
Lei se ne è andata e tu sei convinto che stai soffrendo?
Nutrizione il 27 luglio e biochimica nemmeno lo ricordo.
Ma quindi tua madre ogni mattina ti chiede come stai?
Ricordandoti improvvisamente che la merda che cercavi di affogare
colle droghe e il vino
ti cade addosso come meteoriti di malessere?
Sì proprio così.
Meteoriti di Malessere.
Tipo le M&Ms.
Ma quindi come ti definiresti?
Outsider?
Alternativo?
Sensibile?
Colto?
Passionale?
Gay?
Etero?
Vero?
Falso?
Un punto di domanda o un vicolo cieco?
Calmati un attimo, respira.
Dove eravamo?
Perché parlo al plurale se sono solo?
Perché mi sento solo se attorno ho un sacco di gente?
La tua bolla di solitudine autoimposta com’è?
Calda?
Comoda?
Ti ci diverti dentro?
Secondo me sono solo pareti di scuse,
come diceva lei.
Ma lei chi?
Natalia?
Giulia?
Maria?
Laura?
Agnese?
Minchia povera Sara.
Ma tua cugina ti da una mano?
A sopravvivere intendo…
E Matteo che fa se n’è accorto che sei nella merda e ti ha chiamato?
Ma quindi 103 euro di verbale?
Le impronte digitali?
Le foto segnaletiche come God is Gay?
A salire sulla macchina degli sbirri senza poter aprire i finestrini,
come ci si sente eh?
Ma chi te lo fa fare?
Ma smettila coglione.
Finiscila.
Piantala.
Non vedi che è peggio?
Dai studia. Scrivilo quell’articoletto del cazzo.
50 euro al mese ti pagano.
Cose da pazzi.
Ma ti senti pazzo?
Ah no, sensibile.
Paranoico?
Manco il cazzo ti si rizza.
Coglione.
Smettila, finiscila.
Continua a vivere.
Ma che me ne faccio di voi che mi dite che sono una “super persona”?
Che me ne faccio delle definizioni?
Dei vostri abbracci fasulli?
Delle vostre strette di mano convezione?
E dei vostri sguardi? Di quelli che me ne faccio?
Cantavo “hai paura di Tom” e lei mi fissò.
Scusa hai un accendino?
Tu hai una sigaretta?
Ma dormi da me non tornare a Bologna.
Baci carezze e promesse.
Un abbraccio al niente.
Ciao ti ho pensato sotto l’ombra di una quercia.
E quindi che faccio?
In botta di DMT l’Assoluto l’ha chiamata?
Poi mi disse dimenticami.
Poi mi disse sto venendo da te.
Poi mi disse andiamo al festival.
Poi mi disse torno giù.
Poi mi disse “ciao per sempre”.
Ma per sempre davvero?
Ma sul serio?
Dopo i casini che hai fatto per forza ormai.
E cazzo vuoi?
Te la sei cercato, coglione.
Drogato.
Paranoico.
Ma hai un sacco di gente che ti vuole bene.
Si ma che me ne faccio?
Ci tiri a campare.
E ci riesci?
Non lo so, lo devo capire ancora.
Ma smettila che c’hai 20 anni.
Mettiti nei panni di Gianni.
Che c’ha quarant’anni e gli han tolto la figlia.
E tu ti lamenti?
Ancora?
Ma vero dici?
E che devo fare?
Chiamo mia cugina?
Chiamo la mamma?
Torno giù?
Gli esami devi fare coglione.
Prenditi sta cazzo di laurea.
E poi che ci faccio?
Ci scrivo su?
Cretino, hai sbagliato tutto.
Si ma ormai?
Ormai te la prendi.
Il caldo si è messo in pausa.
E qua si suda freddo.
E ancora continui?
Si fino all’infinito.
Ma le sottoculture non esistono più.
Ma la facciamo una?
Scriviamo un manifesto?
Ma che devi fare?
Ma ti sei guardato?
“Ha talento ma non si applica”.
Ma ci credi veramente?
Ma che cazzo è sto elenco?
Piccoli lamenti, tranquillo.
Ma gli amici?
Sono bellissimi.
A volte invadenti.
A volte avvolti.
Ma in cosa?
Nelle loro paranoie, proprio come te.
Che fa, ti senti unico?
Come se sei il solo a cui piglia male oh.
Ma chi ti senti.
Che palle le mosche.
Che palle le zanzare.
Che palle i sentimenti.
Che palle tu.
Non te la prendere non ce l’ho mica con te.
Ce l’ho con me e con voi.
O ma ce la fai?
Ce la fai ce la fai.
Che poi è più un ingigantire.
Ingurgitare.
Non è così terribile.
Ce, stai esagerando con te stesso.
Intrippato.
Le droghe sono antidepressive,
è l’alcol la merda.
Hai visto no?
Stamattina la minchiata l’hai fatta.
E va bè, ormai.
Ma che fai adesso, ti contraddici?
Ma ti senti Whalt Whitman?
Ma vai a fare la spesa che hai perso 5kg.
Coglione.
Non uscire ogni giorno a bere.
Che ti convinci guarisca,
ma è una malattia cronica.
Mangia.
Che sei magro.
Cretino.
Che compro?
Carne.
Sangue.
Capelli.
Postura.
Altezza.
Larghezza.
Ma che sono ‘ste cose?
Ma che ne so,
passo il tempo.
Ma dici che funziona?
Un po’ sì dai.
E continua allora.
Però pomeriggio studia.
Magari dopo la carne.
Prima l’articolo eh.
D’accordo? Ok?
Si va bene. Ci sto.
E poi, domani mattina?
Ti sveglierà il cantiere.
Che palle.
E di nuovo tua Madre.
Che palle.
E ci penserai sicuro alla merda di mattina.
Cachi sempre d’altronde.
Pure prima del caffè ormai.
Peristalsi depressive.
Ma non sei depresso, è che ingigantisci.
Narcisista.
Vuoi solo attenzioni.
Che le ottieni pure.
Ma poi non te ne fai niente.
E allora che cazzo le cerchi?
Ma perché?
Ma vero dici?
Ma ti vuoi bene almeno un po’?
Un po’ si dai.
E allora basta.
Si ma non so che fare.
Falla qualcosa.
La chiave è in te.
Io voglio scrivere.
Ed essere letto.
Ma ti senti così bravo?
Ma finiscila.
Te lo dicono per farti contento.
Solo alcune volte.
Credo.
Dai, basta autocommiserazione.
Ok.
Va bene.
D’accordo.
Perché no?
Hai finito?
Forse.