E tornerei da te,
la resa è vicina,
attesa e carabina,
morte senza morfina
Per tornare da te
rinuncerei alla razione,
alla ragione, alla nazione,
tornare da te è perdere
questo braccio, questo arto,
sentire il fucile puntato al cranio
L’ammutinamento dell’io
e le corse disperate verso
una tomba nuova di zecca
mentre urlo il tuo nome
tra le note di granate –
come se il tuo corpo di frumento
giacesse tra le insenature della terra
a ricomporre lettere perdute –
deviazione mentale, ingenua protezione
– non sei tu, è solo un’altra carcassa marcia –
Da te tornerei, alla pace,
ai dolci sospiri di campagna,
voler soltanto camminare insieme
tra i filari
a raccogliere l’uva