Ginevra mi smembri
sembri Eva che macera uva
balli e calpesti i chicchi
mi chiamerai Federici
Il mosto sui tuoi piedi
sono aloni sporchi sui mie vetri
pelli i daini,
patate e carte di giornale,
cronache, le pagine dei morti.
Volti stridono lacrime miei Vetril.
Dediche.
Incipit.
Largo in un pugno di parole perchè si pagano.
Uscite, la fine.
Ripulite la Fine.
Fategli il Rolex.