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Il sogno della sera

Mi piacerebbe che il mondo, me escluso,
Si congelasse di un tratto
E per un anno intero, un solo lungo anno,
Mi lasciasse riposare.

Potrei mangiare il cibo che trovo qua e là,
leggere ogni libro a disposizione.
Camminando lentamente
Potrei arrivare fino al mare.

Poi, invecchiato di un anno, potrei assistere
Al lento scongelamento del mondo.
Certo, ci sarebbe molta erba da tagliare 

E coloro che si sono congelati
Durante l’aperitivo, sarebbero tristi
Di trovare ghiaccio sciolto nel bicchiere.

a Isabella di Morra

O triste lido, o dolorosa spiaggia
Cammino per te, cammino
Senza sosta, senza respiro.

Mare freddo, mare infecondo
Il tuo urlo accompagna il mio incedere lento
Come triste gradìva che muove passi nella pietra

Ne andrò da te, o del padre mio tetro castello
Ne andrò da te e non tornerò.

Isabella triste non vedrà mai più
Questo mare bianco e questo lido d’oro

Domenica 19 Aprile 2020

Ricordati di dar da mangiare al gatto

Ricordati di oliare le porte che cigolano

Ricordati di togliere i libri dal tavolo

Ricordati di piegare i panni puliti

Ricordati di aprire le finestre al mattino

Ricordati di lavare la caffiettiera

Ricordati di mettere via i cappotti

Ricordati di togliere gli spartiti dal leggìo

Ricordati di cambiare il mese al calendario

Ricordati di imparare la lezione

Ricordati di respirare più a fondo

Ricordati di vedere quel film

Ricordati di ascoltare quella canzone

Ricordati di finire di leggere quel libro

Ricordati di pulire le lenti degli occhiali

Ricordati di spegnere la luce per dormire

Ricordati la sveglia per il giorno dopo

Ricordati di non pensare al mare

Un giorno verrò là

Io verrò là un giorno poiché tu mi inviterai

Mi dirai finalmente – Cosa aspetti?

Vieni da me presto – e io, con i polsi tremanti

Correrò verso la stazione ad aspettare

Col cuore gonfio di speranza

Quel treno che mi porterà da te.

Aspetterò sul mio sedile, tranquillo, silenzioso

Farò un buon riposo

Per essere splendente quando tu verrai

A prendermi, e mi vedrai correrti in contro

Sorridendo mi dirai ‘Ah, eccoti’ – ti aspettavo

– Sì sì, eccomi! – rispondo – ti bramavo-

Il mio bagaglio sul sedile posteriore della tua vettura

Ti guardo mentre guidi, ho un po’ paura

Il tramonto scarlatto il mar Tirreno tinge

E la tua mano la mia stringe

Un giorno verrò là

190806

Io cerco le città in tutti gli amanti
Cerco canti, cerco viali alberati tra i sospiri
Della metropolitana.
Io cerco le città in tutti gli amanti,
E mi innamoro di posti che non vidi,
E cammino e guardo,
Ma il treno alla stazione attende,
Attende sempre, beffardo

Io cerco le città in tutti gli amanti
Cerco canti, cerco viali alberati tra i sospiri
Della metropolitana.
Io cerco le città in tutti gli amanti,
E mi innamoro di posti che non vidi,
E cammino e guardo,
Ma il treno alla stazione attende,
Attende sempre, beffardo

La fanciulla di Kiev

Spalanchi gli occhi di ghiaccio

Mentre la lama trafigge il tuo cuore

Guardi incredula la mia mano

Nelle tue vesti bagnate di rosso

La tua fronte si corruga

E il tuo volto mi grida assassino

 

Chiudendo ormai gli occhi rinunci

A scoprire il grande segreto

Questo pugnale succhia più sangue

Di quanto ne versi

Sorridendo ti saluto

Col mio ultimo respiro

 

Elveda

Ti sorriderà il mare di Istanbul

I terrazzi e le vie grandi

Aspettavano il tuo ritorno da tempo

Nessuno poteva sapere

Ma non ti sono richieste spiegazioni

Regala alla tua città in rivolta

Il mio sorriso conservatore

Incanta la tua terra di Lidia

Con la cadenza attica del mio poetare

Portami nel cuore perché non peso nulla.

Oggi spende il sole su Ascoli Piceno.

La Cattedrale di Tripoli

Un volto diverso per coloro

Che vogliono credermi diversamente

A loro lo offro, sorride di beatitudine

Come splende l’architrave neoclassico

Della cattedrale di Tripoli

Ora che è moschea e ricorda di sé stessa solo

Vagamente, che distratta ha sentito forse parlare

Di una vecchia cugina francese bruciata sul rogo

E non se ne cruccia

Dutch Courage

Agli alberi della piazzetta spetta di rifiorire

E a te, Fidelia, invece, non spetta che

un bacio rubato nel più piccolo dei vicoli

A un’ora troppo tarda

 

Non splende nel mio cuore il sole

Alla luce del quale, Fidelia, io possa amarti

Il tuo povero marito acquista il suo coraggio

Presso Amsterdam