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La tua bocca è la mia museruola

Combacio esattamente

Il tuo viso ha attorno il sole. Combacio esattamente con l’ombra di quel sole.

I tuoi occhi grandi come un mai gravitano con i miei. Come pugni. Combacio esattamente con l’ipnosi che Mi provochi.

Combacio esattamente con lo spazio del tuo diastema. La lingua si insinua poliglotta.

Il tuo labbro superiore forma una leggera linea appena sotto il naso. Sono morto in quella linea.Inerme.

Combacio esattamente come il pezzo di un puzzle con quella linea.

Combacio esattamente con lo spazio tra le tue lentiggini. Sono morto laggiù. Prima ancora di rinascere.

Il tuo collo combacia esattamente con i miei morsi. È disteso laggiù tra i miei canini. Famelico.

Le tue corde vocali combaciano esattamente con i miei bassi.

Le mie psicosi combaciano esattamente con i tuoi psicofarmaci.

Il tuo bicchiere mezzo pieno combacia esattamente con il mio bicchiere mezzo vuoto.

La nostra incomunicabilità combacia esattamente con noi due dispersi e muti nei nostri occhi.

Potrei andare avanti all’infinito e l’infinità di questa storia combacia esattamente con il bianco quando lo guardi da dentro.

 

 

 

 

 

Prigionieri prolifici

Lenzuola sudice

e ammorbidente

Costole pallide

Le tue foto, sulle pareti

Il mio specchio, sulle tue iridi

Masturbarmi per mano tua

masturbarti per mano mia

usarci e gettarci torturati

ammanettati ingiustamente

nel giorno che si ripete

Semplicemente

prigionieri politici

di questa fredda guerra

che attanaglia e preserva

i nostri cuori banditi

 

 

Gate 52

Trasformasti una mappa in tramonto.

Questo è quello che mi porgesti

l’altra notte.

O quella prima ancora.

La realtà, si assottiglia sempre più

e ogni schiaffo al risveglio è dato di taglio.

Un gate il nostro ultimo incontro

di corsa tra le corsie dopo i dutyfree.

Rimasi seduto ad ammirare la tela

era come mi avessi dato Gesù.

Eri scattante, vinaccia i pantaloni

felice e leggera

partivano nel cuore i tuoi aerei

io, solito jet lag.

 

 

 

 

 

 

Bianca

Camminavi nel mio deserto

ti nutrivo a sabbia e pizze di domenica sera

Coi piedi toccavi la sabbia con la stessa leggerezza di ora,

le orme erano pesanti ma il tuo corpo no

eppure avevi le estremità che si perdevano nel niente,

si raffinavano all’infinito e non davano l’idea

di poter lasciar alcuna traccia.

Ebbene nel silenzio bianco che trapassavi in me

e che coltivavi

non esisteva quantità

solo

fissazione

perenne e invariabile

immobilità

di un deserto

che si perde

in un miraggio

Notte di mezza estate

Spingi più a fondo quelle dita

solleticami l’ugola

conducimi a vomitarti

massaggia le mie corde vocali

e come nei sogni

strozza ogni mia parola

fammi urlare senza suoni

fatti amare di ultrasuoni

 

 

 

Memorie pt7

Nei miei pensieri

il tuo corpo

non è che tela

non la dipingo

sono il ragno

 

Memorie pt5

Mi sono bruciato le impronte digitali

così quando scrivo di te assomiglio a nessuno

così quando scrivo di te non ci caccia nessuno

così quando scrivo di te mi ricordi nessuno

Memorie pt2

Le fossette dei tuoi zigomi sono così comuni

che mi ci sdraierei dentro come un cadavere in un campo di concentramento

Memorie pt1

Sei la gazza ladra del mio ippocampo