La tua bocca è la mia museruola
L.125
Combacio esattamente
Il tuo viso ha attorno il sole. Combacio esattamente con l’ombra di quel sole.
I tuoi occhi grandi come un mai gravitano con i miei. Come pugni. Combacio esattamente con l’ipnosi che Mi provochi.
Combacio esattamente con lo spazio del tuo diastema. La lingua si insinua poliglotta.
Il tuo labbro superiore forma una leggera linea appena sotto il naso. Sono morto in quella linea.Inerme.
Combacio esattamente come il pezzo di un puzzle con quella linea.
Combacio esattamente con lo spazio tra le tue lentiggini. Sono morto laggiù. Prima ancora di rinascere.
Il tuo collo combacia esattamente con i miei morsi. È disteso laggiù tra i miei canini. Famelico.
Le tue corde vocali combaciano esattamente con i miei bassi.
Le mie psicosi combaciano esattamente con i tuoi psicofarmaci.
Il tuo bicchiere mezzo pieno combacia esattamente con il mio bicchiere mezzo vuoto.
La nostra incomunicabilità combacia esattamente con noi due dispersi e muti nei nostri occhi.
Potrei andare avanti all’infinito e l’infinità di questa storia combacia esattamente con il bianco quando lo guardi da dentro.
Prigionieri prolifici
Lenzuola sudice
e ammorbidente
Costole pallide
Le tue foto, sulle pareti
Il mio specchio, sulle tue iridi
Masturbarmi per mano tua
masturbarti per mano mia
usarci e gettarci torturati
ammanettati ingiustamente
nel giorno che si ripete
Semplicemente
prigionieri politici
di questa fredda guerra
che attanaglia e preserva
i nostri cuori banditi
Gate 52
Trasformasti una mappa in tramonto.
Questo è quello che mi porgesti
l’altra notte.
O quella prima ancora.
La realtà, si assottiglia sempre più
e ogni schiaffo al risveglio è dato di taglio.
Un gate il nostro ultimo incontro
di corsa tra le corsie dopo i dutyfree.
Rimasi seduto ad ammirare la tela
era come mi avessi dato Gesù.
Eri scattante, vinaccia i pantaloni
felice e leggera
partivano nel cuore i tuoi aerei
io, solito jet lag.
Bianca
Camminavi nel mio deserto
ti nutrivo a sabbia e pizze di domenica sera
Coi piedi toccavi la sabbia con la stessa leggerezza di ora,
le orme erano pesanti ma il tuo corpo no
eppure avevi le estremità che si perdevano nel niente,
si raffinavano all’infinito e non davano l’idea
di poter lasciar alcuna traccia.
Ebbene nel silenzio bianco che trapassavi in me
e che coltivavi
non esisteva quantità
solo
fissazione
perenne e invariabile
immobilità
di un deserto
che si perde
in un miraggio
Notte di mezza estate
Spingi più a fondo quelle dita
solleticami l’ugola
conducimi a vomitarti
massaggia le mie corde vocali
e come nei sogni
strozza ogni mia parola
fammi urlare senza suoni
fatti amare di ultrasuoni
Memorie pt7
Nei miei pensieri
il tuo corpo
non è che tela
non la dipingo
sono il ragno
Memorie pt5
Mi sono bruciato le impronte digitali
così quando scrivo di te assomiglio a nessuno
così quando scrivo di te non ci caccia nessuno
così quando scrivo di te mi ricordi nessuno
Memorie pt2
Le fossette dei tuoi zigomi sono così comuni
che mi ci sdraierei dentro come un cadavere in un campo di concentramento
Memorie pt1
Sei la gazza ladra del mio ippocampo