Cercai ferite tra i rovi,
ne fui fuori indenne.
Strade di mascara per pozzi inevadibili,
nel rumore di fondo
di un universo intero,
tra speranze che si fanno illusioni
ed illusioni che si fanno certezze,
nel cuore supplicante del marasma
teso ansante al segreto d’ogni cosa.
Si spande qui l’unica voce,
chiara e inudita:
ciò che sarà, già dev’essere
e proprio è il nome Caso
all’illogico fluir di ciò che è scritto.