Avevamo inventato una lingua meticcia per fare l’amore
E colazioni per continuare a godere dei piaceri del letto
Mi stavi educando ad essere sensibile alle tue lune
E alle avvisaglie dei tuoi uragani improvvisi e solitari
Il ragno con cui giocavo distrattamente mi aveva morso
E Senza niente per cui interessarmi in terra decisi per il mare
Guardavo in sogno i tuoi occhi da esule come luci portuali
L’immagine fuori fuoco di un gelato che si scioglie
C’era l’inferno della scrittura da attraversare in silenzio
E un abbandono da tessere in un’improbabile odissea
Una bandiera col sole sventolava in territorio ostile
Il richiamo di un muezzin a gesta erotiche
Dai mettimi le tue lacrime in bocca