Bombe sulle strade e la corsa muore.
Bologna Milano Firenze
l’ulivo dei Georgofili grida
di rotule spaccate e sconfitta
di finestre aperte sul niente
e io che attendo al confine
tra gente d’oriente e palazzi,
guardo il mare ridendo
degli schizzi d’acqua felici
della donna che amo
stasera
ma tu dormi, Bellezza.
Ti ho vista tra un fiume di gambe in fila
figlia di un campanile e della santissima prospettiva.
Più in là, sotto le luci d’artificio
adatte a truccare i vicoli stretti
in pagliacci di carta e la città
in una puttana d’alta classe,
lontano dai vecchi portici
dai tragitti di fango di Bartali
dall’istinto fiero degli anarchici,
sotto le luci d’artificio, più in là
nei caffé, tra il cincischiare delle tazze
mille altre bellezze si contendono il pomo.
E ci sarà il gran ballo delle maschere scure
dove il poeta tisico tisico
s’aqquattera al muro pensando
ai sospiri perduti, al sesso nel bagno
alla finta bellezza, lacrime asciutte
solute al sudore, dicendo
Do you like my sweet apple?
Di fronte al fatto compiuto
realizzerà
La comunione delle anime
è la sua più bella, più vana follia.
La libertà è un sogno
e i sogni non sono.